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24 Agosto 2018 - ore 19:00 - 19:30

Eneide

Il Racconto di Enea
dall’Eneide di Virgilio

Castello di Castro, ore 19

Se si sceglie di lavorare sull’Eneide, opera scritta in una lingua morta da un poeta lontanissimo nel tempo, non lo si fa solo per un interesse verso il passato o per amore verso la preziosa bellezza della poesia antica, ma, soprattutto, perché questo poema racconta, con straordinarie parole e sorprendenti architetture narrative, la storia di un uomo. Enea, dopo aver subìto un grave danno, tenta di rifarsi un’esistenza intraprendendo un viaggio per un altrove incerto, ostile, abitato da uomini, dèi e destini totalmente diversi dal suo. La descrizione di questa avventura esemplare somiglia al viaggio stesso di Enea nel regno dell’Oltretomba: lo spettatore viene accompagnato fino alle soglie di quella zona della coscienza dove tutti i racconti del mondo sopravvivono in forma di ombre, imprigionati nella nostra memoria più profonda. Lo spettacolo, in una appassionante versione in endecasillabi del testo (ispirata alle celebri traduzioni di Cetrangolo, Canali, Calzecchi-Onesti, Vivaldi e, in modo particolare, di Annibal Caro) e attraverso la tecnica teatrale della narrazione scenica, cerca di stabilire un contatto diretto e attuale con la vicenda umana di Enea, con l’infelice Didone, con il rassegnato Anchise e con i sentimenti assoluti che pervadono i versi di Virgilio e che parlano della vita dell’uomo di ogni tempo: l’odio, l’amore, i legami familiari, il senso di appartenenza a una patria.

Le navi dei Troiani sono ormai prossime all’Italia, terra a loro promessa dagli oracoli. Ma ecco che una violenta tempesta disperde la flotta sulle coste africane. Enea, giunto su una spiaggia con pochissimi naufraghi va in esplorazione e incontra la dea Venere in veste di cacciatrice, che gli dice dove si trova e gli racconta la storia di Didone, regina di quelle terre. Enea, avvolto in una nube invisibile, entra a Cartagine. Intanto Didone, sta accogliendo gli altri Troiani scampati al naufragio. Il velo di invisibilità si scioglie ed Enea compare alla vista di tutti. Didone, sorpresa, invita lui e i suoi a un banchetto. Per compiacere Didone, Enea racconta di come Troia sia stata presa. I Greci, racconta Enea, avevano costruito un cavallo di legno e finto di partire. Ingannati da questo tranello, i Troiani trascinano il cavallo nelle mura. A notte fonda dal ventre del cavallo escono i Greci che aprono le porte agli invasori e incomincia la distruzione di Troia. L’ombra di Ettore, intanto, sveglia Enea e gli ordina fuggire. Enea si butta nella mischia e assiste alla morte di re Priamo. Tornato a casa mette in salvo la sua famiglia e suo padre Anchise. Ma nella fuga smarrisce Creusa, sua moglie. All’alba si ritrova fuori dalle mura circondato da un nutrito numero di vinti, pronti a seguirlo ovunque.

Costruiscono delle navi e partono alla ricerca di una terra dove rifarsi una vita. La prima tappa è la Tracia, dove Priamo ha mandato in salvo suo figlio Polidoro. Ma è proprio l’ombra di Polidoro gli consiglia di fuggire da quella terra. Giunti a Delo, consultano l’oracolo, che gli impone di cercare riparo presso l’antica madre. I Troiani pensano che sia Creta ma lì scoppia una pestilenza. Questa volta sono i Penati ad apparire in sogno a Enea: l’antica madre non è Creta ma l’Italia. Partono e arrivano a Butroto, sull’Adriatico, dove incontrano Andromaca, vedova di Ettore, e ora moglie dell’indovino Eleno. Sbarcano in Sicilia, nella terra dei Ciclopi. Mentre sono sulle coste di Trapani, Anchise muore. Ripartono ma travolti dalla tempesta sono sbattuti sulle spiagge della Libia.Qui finisce il racconto di Enea e si ritorna al banchetto di Didone, che è ormai profondamente innamorata del capo dei Troiani. Enea e Didone trascorrono un intero inverno nei piaceri dell’amore, fino a quando gli dèi non intervengono e sollecitano Enea a riprendere il viaggio. Enea, che non ha il coraggio di affrontare Didone, di nascosto si prepara a fuggire con le navi.

La regina, disperata, lancia su Enea in partenza una dura maledizione suggellando col suicidio: il suo popolo e quello di Enea saranno per sempre nemici.

I Troiani giungono a Trapani, dove celebrano il primo anniversario della morte di Anchise. Lasciata Trapani, sbarcano a Cuma ed Enea si mette subito alla ricerca della Sibilla in compagnia della quale scende nell’Ade. Arrivano al fiume Acheronte e incontrano Caronte che li traghetta sulle rive dell’Ade. Raggiungono i Campi Elisi, dove vivono i beati. Ed è qui che Enea incontra suo padre Anchise, il quale gli mostra alcune anime prossime ormai a reincarnarsi: sono i loro nipoti e faranno onore alla stirpe troiana fondando una città che avrà il più grande impero del mondo, Roma.

Adattamento, regia e interpretazione Paolo Panaro
Diaghilev

Ingresso libero

Dettagli
Data: 24 Agosto 2018
Ora: 19:00 - 19:30
Luogo
Location: Castello Aragonese
Indirizzo: Reggio Calabria, 89127 Italia
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